Prima una soap opera, Gli Occhi del Cuore 2, poi una serie medical in stile americano, infine un film per il cinema. Questo è il percorso del regista Renè Ferretti e della sua troupe, condannati a una televisione di serie B e sempre alla ricerca di progetti di qualità che sembrano non arrivare mai.
Un piccolo capolavoro di intelligenza e comicità. Boris, nato dalle geniali penne di Luca Vendruscolo, Giacomo Ciarrapico e Mattia Torre, è forse la migliore serie comedy italiana di sempre. La televisione che prende in giro la televisione, dove tutti sono importanti ma nessuno conta niente, è un parallelo nascosto della società del nostro paese. Precari, manager qualunquisti, artisti non creativi, talenti sprecati, raccomandati, convivono in un micromondo in cui tutti devono sopravvivere. L'unico collante è l'amicizia (sincera o virtuale) perché la troupe protagonista, in alcuni casi, sembra dover lavorare in miniera. Utilizzare una soap per parlare poi di televisione di qualità (e i cinepanettoni nel film per ironizzare sul cinema di massa) mette lo spettatore di fronte alla triste e alquanto non ironica realtà delle cose.