Durante gli anni più duri della storia d'Italia della seconda metà del Novecento, Armida Miserere è una delle prime donne a divenire direttrice di carcere. A lei e ai suoi metodi rigorosi vengono assegnate le sorti degli istituti penitenziari di Opera a Voghera, dell'Ucciardone di Palermo o dell'isola di Pianosa. In mezzo a terroristi, mafiosi e criminali comuni, Armida si mostra dura e non disposta a fare alcuno sconto ma la sua vita privata è contrassegnata dal tragico amore per il compagno Umberto Mormile, assassinato in un agguato di camorra nel 1990.